Un estratto da Nora: experiment 02

“Ci infiliamo sotto un tetto di aceri nani, vicino a una lanterna in pietra dalla forma di tempio buddista, e ci sdraiamo sul terreno fresco. Sopra di noi, le fronde scarlatte, percorse da delicati fruscii, si accendono a turno.
Nora continua a tenere la sua mano sulla mia.
«Tu mi fai felice, Lucian.»
Si volta dalla mia parte, e io rimango fisso sul cielo. Dentro di me mille fili si spezzano, uno dopo l’altro.
Alla fine era quello che volevo, renderla felice. Sì, felice, ma non in questo modo.
Vorrei dirle che non sono io quello di cui ha bisogno, che ha preso un abbaglio e nemmeno i miei clienti più affezionati sono felici di vedermi, ma non ci riesco.
Con la tecnologia di cui è stata dotata potrebbe ricreare dentro di sé questo mondo insieme ad altri mille, e vivere di se stessa per chissà quante generazioni.
Chi sono io per toglierle questa libertà?”

Nora, un umanoide dotato di un rivoluzionario sistema emozionale, viene affidata per quattro mesi a un facoltoso collezionista d’arte. Lo splendido parco di che circonda Villa Sofia avrà un impatto dirompente su Nora e sulla sua evoluzione.